Il parco col “bollino verde”: la Lipu conferma il valore dell’area naturalistica

L’associazione per la conservazione e la tutela della Natura ha steso la prima relazione sull’avifauna di Parco Segantini. Punti di forza: differenti tessere ambientali, alberature mature, roggia, aree incolte, area naturalistica. 

Le aree verdi urbane  svolgono molte funzioni vantaggiose per la salute pubblica e la qualità di vita in città: dal miglioramento della qualità dell’aria, alla caratterizzazione del paesaggio, fino agli aspetti ricreativi e sociali. Anche il nostro parco, che pur essendo giovane ha tutte le carte in regola per diventare un importante polmone verde per Milano. Lo dice anche la Lipu, che ha realizzato per noi una relazione preliminare sulla fauna che popola gli alberi, la roggia e l’area naturalistica.


Cosa dice la relazione? Che in considerazione della posizione geografica dell’area, centrale rispetto al contesto urbano, e delle specie rilevate, il Parco Segantini mantiene una discreta naturalità, nonostante sia abbastanza frequentato dai cittadini e dai cani, elementi che, dal punto di vista naturalistico, sono di disturbo.

“Di fondamentale importanza per la conservazione delle specie presenti e dell’equilibrio instauratosi”, dice la Lipu, “è il mantenimento di alcune delle tessere dell’ecomosaico oggi presenti e funzionali, quali, le alberature mature, le zone incolte e l’area naturalistica, la roggia e gli edifici abbandonati. Il potenziamento di tali aree certamente potrebbe facilitare l’ingresso di nuove specie e permettere a quelle già esistenti di formare popolazioni stabili”.

“Certamente la zona di maggiore pregio, meritevole pertanto di un maggiore grado di tutela”, continuano gli esperti, “è costituita dalla porzione compresa tra la roggia e l’area naturalistica, luogo ove abbiamo potuto censire il maggior numero di specie.

Cosa fare per migliorare ancora? Il suggerimento è, per esempio, di posare di alcune cassette nido per di incentivare la nidificazione. Più in generale, conclude la Lipu, servirebbe potenziare e tutelare l’area naturalistica, che va interdetta ai cani, con l’introduzione di nuovi elementi a verde, come cespugli e siepi autoctoni e da birdgarden, gestiti funzionalmente e non da arredo urbano.