IL FALO’ DI SANT’ANTONIO ABATE
Quest’anno lo abbiamo fatto proprio qui, nel “nostro” parco! Il falò di Sant’Antonio Abate, protettore dei contadini, sempre rappresentato vicino a a un maiale, simbolo di abbondanza, che ripropone un’antica tradizione delle campagne lombarde.
Un’ora buona, un’ora in più. Il significato di questa, che, come molte tradizioni contadine, affonda le sue origini in antichissimi riti precristiani, è il ritorno ai lavori nei campi favorito dall’allungamento delle giornate, che a questo punto dell’anno è di circa un’ora rispetto al minimo del solstizio invernale del 21 dicembre.
Simbolicamente nel falò insieme alla legna secca si brucia tutto il male dell’anno passato
Sant’Antoni, Sant’Antoni, mena via tücc i demoni.
Ciribìm, ciribò, dam i lègn de fà’l falò.
El falò l’em già mò fa’ cun’t i lègn de l’an pasà.
per poi chiedere fortuna per la nuova stagione agricola
Sant’Antoni da la barba bianca
fa’m truà quel ca me manca
Sant’Antoni del purcèl
fa’m truà propri quèl!

Gli annunciatori, la vampata al suono di fisarmonica, una parte del pubblico .
La serata fredda e ventosa non ha impedito a circa duecento soci, simpatizzanti e gente del quartiere (fra cui tantissimi bambini) di riunirsi intorno alla pira che avevamo preparato durante la giornata raccogliendo legna secca nell’Oasincittà e nel boschetto di bambù. Niente in confronto al colossale falò che avevamo ammirato l’anno scorso a Boscoincittà, ma anche la nostra fiammata (regolarmente autorizzata dal Comune e dai Vigili del Fuoco) ha divampato con grande effetto accompagnata da panettone e vin brulé, fisarmonica, girotondi e canzoni milanesi.
Seguendo la tradizione, i partecipanti hanno gettato nelle braci un bigliettino con scritto che cosa vogliono bruciare del vecchio anno e poi un altro con scritto il desiderio per l’anno nuovo.
- Al lavoro per formare la pira, con l’ausilio di un furgone… perfettamente in tema (proviene dai vigili del fuoco di Bolzano). Di sera è stato la “cucina” del vin brulé.
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