Il Parco su Repubblica Milano, oggi.
“Grazie ai volontari, una scelta coraggiosa e innovativa”
Una pagina di Repubblica-Milano dedicata al progetto e alla realizzazione del Parco. E all’innovativa collaborazione fra il Comune, la nostra Associazione e Italia Nostra.
ORTI CONDIVISI, PRATI E BOSCHETTI: COSì RINASCE IL SIEROTERAPICO.
Sarà un’oasi naturalistica in città. Con gli aironi che volano al mattino e le anatre selvatiche che depongono le uova in primavera. Il biancospino, il sambuco e la berretta del prete tipici arbusti lombardi, e ampi prati fioriti che favoriranno la presenza di coccinelle e farfalle. Niente prati tagliati all’inglese, vialetti con pavimentazioni pregiate, lampioni e panchine di lusso: il nuovo parco dell’ex sieroterapico – ancora in cerca di nome – tra via Segantini, viale Liguria e via Argelati, sarà un’area verde di 80.000 m quadri più simile al bosco in in città che al nuovo parco del portello disegnato dal paesaggista Charles Jencks
E sarà un parco in divenire. Vista la carenza di soldi pubblici sarà realizzato a lotti via via che il Comune troverà le risorse, o gli sponsor privati. Con un metodo di lavoro innovativo: la partecipazione dei cittadini e delle associazioni ambientaliste
Una collaborazione reale, già avviata da mesi, che ha portato alla stesura di un progetto condiviso a cui hanno lavorato gli uffici dell’urbanistica e del verde di Palazzo Marino insieme alla Associazione Parco Segantini, onlus degli abitanti del quartiere, un comitato attivo e appassionato che domenica scorsa ha piantato con l’aiuto di Italia nostra un intero filare di alberi autofinanziato lungo via Segantini e che da settimane lavora per ripulire la roggia.
“Abbiamo scelto di non essere antagonisti, ma di cercare il dialogo con il Comune – racconta Stefano Guadagni, vice presidente dell’associazione – Ci siamo presentati con alcune proposte che in gran parte sono state accolte. È un avvio positivo”
Il progetto adesso è pronto e a giugno, quando l’operatore immobiliare consegnerà l’area già bonificata, i lavori dovrebbero partire.
Il primo intervento, che renderà agibile il parco entro la fine dell’anno, prevede lavori meno invasivi e costosi di quelli previsti dal progetto della scorsa amministrazione che costava più di 5 milioni. In tutto la stima è meno della metà – si parte con 370mila euro – ma non per questo il risultato sarà meno bello. Anzi. A sentire gli esperti, un lavoro più rispettoso dell’esistente, che conservi la vegetazione spontanea di un’area verde che ha più di cent’anni (ma abbandonata da venti) sarà il suo punto di forza.
“La precedente giunta ha approvato un progetto senza un piano di finanziamenti. – spiega Ada Lucia De Cesaris, vice sindaco e assessore all’urbanistica – Preso atto che non c’erano le risorse per realizzarlo abbiamo incontrato i cittadini e insieme abbiamo costruito un nuovo percorso decidendo di procedere per farsi.”
Si toccherà il meno possibile ripristinando quello che il tempo ha deteriorato., sostituendo gli alberi malati e realizzando come unica infrastruttura l’attraversamento ciclopedonale, più un viale alberato di ingresso che porterà a Piazza Belfanti: il tutto pavimentato con il materiale recuperato nei magazzini del comune. Il resto resterà com’è: una grande radura verde dalle dimensioni eccezionali in città, costeggiata a ovest dalla roccia Boniforti, un piccolo corso d’acqua che i cittadini insieme a italia nostra trasformeranno in oasi naturalistica con flora e fauna autoctone.
Con il tempo, e le risorse che verranno recuperate, saranno costruiti i giardini con essenze commestibili in collaborazione con Slow food, un parco giochi attrezzato vicino alla piscina Argelati, il container per un bar e l’area Wi-Fi verso piazza Belfanti, l’anfiteatro per la musica dovel’orchestra Verdi potrebbe suonare la domenica mattina, le casette per gli uccelli e così via. Molte le idee in cantiere, tra cui quella di un grande animale in legno che diventi la mascotte del parco.
Ora Il simbolo della rinascita è il tronco di un grande albero abbattuto che Italia Nostra ha trasformato in una scultura-gioco dove si danno appuntamento i cittadini quando c’è da discutere del parco.
ITALIA NOSTRA
“GRAZIE AI VOLONTARI, UNA SCELTA CORAGGIOSA E INNOVATIVA”
“Portare un po’ di natura in città è una scelta coraggiosa e innovativa. Realizzeremo una zona di arbusti che diventerà rifugio e nidificazione di animali, in particolare uccelli, che non è facile vedere nei parchi urbani.”
Silvio Anderloni, del Centro Forestazione Urbana di Italia Nostra, è entusiasta dell’esperienza di partecipazione con l’Associazione Parco Segantini Onlus e con il Comune.
Come pensate di ripopolare l’area? “Ci sono già ricci, aironi è anatre selvatiche, dobbiamo solo fare in modo che l’ambiente arresti loro favorevole. Altri arriveranno da soli, soprattutto gli uccelli, se creeremo le condizioni perché possano vivere e riprodursi.”
Cosa pianterete? “Flora autoctona della pianura lombarda: il biancospino, il sanguinello, il corniolo, il sambuco, il nocciolo e il viburno. Molto colorati, ma tutti selvatici.”
Funziona il progetto partecipato? “Per ora benissimo. Va riconosciuto i cittadini il merito della creazione di questa oasi. Ma l’importante è stato il cambiamento di visione del Comune che ha accettato la proposta e lascerà la gestione all’associazione, con il nostro sostegno.”
Teresa Monestiroli – @ la Repubblica, 22 narro 2014