Una serata scientifica e gastronomica
Mangiare bene e sostenibilità in città – 1
Più di trenta persone si sono iscritte al primo dei quattro incontri organizzati dall’Associazione nell’ambito del progetto Milano Smart Park #Segantini.
Il tema è stato: microorganismi e il loro ruolo nel corpo umano.
Qui di seguito la sintesi dell’intervento della dottoressa Clelia Peano, ricercatrice presso l’Istituto di Ricerca Genetica e Biomedica del CNR e coordinatrice dell’Unità di Genomica dell’Istituto Clinico Humanitas: “Microbioma intestinale, in correlazione con diverse diete, stili di vita e con l’insorgenza delle malattie”

la ricercatrice Clelia Peano, a sinistra, e Salomè Gachet, moderatrice dell’incontro.
Che cosa è il microbioma? Il microbioma umano è l’insieme di tutti microrganismi (batteri) che popolano il nostro corpo. Nel corpo umano, la pelle e l’intestino sono gli organi che hanno una maggiore diversità di specie (più di mille specie in ciascuna) seguite dalla cavità orale (più di seicento specie).
Perché è importante il microbioma? Il microbioma è importante perché il nostro corpo è popolato da batteri: le cellule batteriche che colonizzano il nostro corpo sono 10 volte più numerose delle nostre cellule umane.
Qual è il ruolo del microbioma? Nell’intestino i microrganismi sono responsabili di molte funzioni come: estrarre energia dal cibo, produrre vitamine, regolare il sistema immunitario, il livello di glucosio e il metabolismo.
Come opera il microbioma per controllare queste funzioni del corpo a livello sistemico? Il microbioma agisce attraverso la produzione di metaboliti (composti chimici prodotti del metabolismo) che possono contribuire al mantenimento di un stato d’equilibrio sistemico.
L’alterazione del corretto equilibrio del microbioma e della sua interazione con le cellule del sistema immunitario è detta dibiosi e può essere correlata con l’insorgenza di malattie come asma/eczema, diabete, obesità, malattie epatiche, depressione, malattie cardiache, cancro al colon e malattie infiammatorie intestinali.
Che differenza c’è fra un microbioma sano e un microbioma malato? Una differenza importante è legata all’abbondanza relativa fra diversi generi di batteri: un microbioma malato o disbiotico presenta un rapporto più alto tra batteri del tipo femicutes/ bacteroidetes, che può indurre infiammazione, mentre un microbioma sano presenta un rapporto più alto tra batteri del tipo bacteroidetes/fermicutesche può essere correlato con il mantenimento di bassi livelli di infiammazione.
Una dieta povera di fibre, in cui abbondano gli alimenti altamente processati (industriali)ed elevati livelli di zuccheri predispone alla disbiosi del microbioma intestinale.
Quali fattori influenzano la composizione del microbioma? Il microbioma è un ecosistema che interagisce e che si adatta continuamente, come un commensale, all’organismo che lo ospita.
- Una dieta povera di fibre e ricca di cibo processato, di zuccheri e di prodotti di origine animale, o derivata da agricoltura intensiva, è può facilutare la creazione di un microbioma disbiotico.
- Uno stile di vita in cui si fa un’attività fisica scarsa, un uso eccessivo di antibiotici, può compromettere l’equilibrio il nostro microbioma.
- Anche i farmaci non-antibiotici hanno un effetto sulla composizione e sulla funzionalità del microbioma: per esempio un uso eccessivo di oppioidi può rallentare il processo digestivo, gli antipsicotici possono avere un effetto antibatterico diretto, i gastroprotettori posso causare tumore allo stomaco.
- I nostri geni hanno un ruolo importantenello sviluppo del nostro microbioma intestinale,questo è stato dimostrato in uno studio in cui dall’analisi di 416 coppie di gemelli è stato osservato che i gemelli identici (omozigoti) hanno un microbioma più simile tra di loro rispetto ai gemelli diversi (eterozigoti).
Due storie per capire meglio come il microbioma intestinale si evolve e si trasforma adattandosi nel corso della nostra vita:
Uno studio della ricercatrice ha confrontato il microbioma di due popolazioni molto diverse: gli Hazda, e gli Italiani.
- Gli Hadza sono un popolo nomade, gli ultimi cacciatori e raccoglitori rimasti sulla Terra, hanno uno stile di vita simile a quello degli uomini del Paleolitico di oltre 10.000 anni fa: non hanno mai sperimentato né l’agricoltura né l’allevamento.
- Gli Italiani emiliani partecipanti al campione, sono “civilizzati”, hanno uno stile di vita occidentale e vivono in ambienti urbanizzati.
- Il microbioma degli Hadza è dominato da batteri che servono a degradare le fibre. Quello del campione di Italiani è specializzato nella degradazione dei carboidrati; poichè le diete di questi due popoli hanno una composizione molto differente, la dieta degli Hadza è molto più diversificata e prevede il consumo di grandi quantità di fibre e proteine, mentre la dieta degli italiani è per più del 50% costituita da carboidrati.
- Nel microbioma degli Hadza non ci sono Bifidobatteri che sono invece presenti nel microbioma di tutti gli altri esseri umani. Il loro microbioma è diverso da quello di tutti gli altri popoli: Africani, Europei, Americani.
- Il Microbioma del campione di Italiani è ricco di batteri che svolgono funzioni per metabolizzare farmaci, antibiotici e inquinanti. Queste funzioni sono totalmente assenti nel micorbiome degli Hadza.
- I geni per la resistenza agli antibiotici presenti nell’intestino degli Hadza derivano dai batteri del suolo, che sono produttori di antibiotici, e sono per loro un vantaggio.
- I geni per la resistenza agli antibiotici nell’intestino del campione di Italiani derivano dall’eccessivo uso di questi farmaci e sono per noi uno svantaggio.
Nella ricerca è stato confrontato anche il microbioma di individui di età molto diversa: neonati e centenari, per capire come il microbioma si sviluppa e si trasforma nel corso della nostra vita
- Il microbioma dei Neonati è dominato dai Bifidobatteri, essenziali per la digestione degli oligosaccaridi contenuti nel latte materno e per lo sviluppo corretto del sistema immunitario.
- L’interruzione dell’allattamento al seno permette la completa maturazione del microbioma intestinale del neonato.
- Il microbioma della madre è la principale fonte da cui derivano le specie e i ceppi batterici che si trovano nel microbioma dei neonati.
- Il microbioma è essenziale per lo sviluppo corretto del sistema immunitario nei neonati.
- Nei centenari e ultra-centenari i microbioma intestinale si differenzia dal microbioma che ci colonizza per tutta la vita.
- Nei Centenari e ultra-centenari il microbioma è essenziale per il mantenimento dello stato di salute e dell’equilibrio con il sistema immunitario ed è caratterizzato dalla presenza del genere batterico delle Christensenellaceae.
Quali sono i vantaggi dello studio clinico del microbioma intestinale? Lo studio del microbioma intestinale può essere fondamentale perla prevenzione, la diagnosi precoce, la terapia; può aiutare a integrare le terapie farmacologiche con un’alimentazione personalizzata.
Cosa ci aspetta nel futuro? Una volta che saranno stabiliti e validati dei marcatori affidabili, associati al microbioma intestinale, sarà possibile integrare l’analisi del microbioma (da campioni fecali) con altre analisi non invasive (campioni di urine, sangue e saliva) per combinare diversi parametri clinici e ottenere così una diagnosi completa che possa permettere in futuro di individuare terapie personalizzate che prevedano l’associazione di farmaci e dieta.
Conclusione:Il nostro stile di vita (alimentazione, esercizio fisico, assunzione di farmaci) influisce sulla nostra salute. La qualità del cibo che mangiamo, la quantità e la diversità nella dieta influiscono sul’equilibrio del nostro microbioma e conseguentemente sulla nostra salute.
- Calogero Passarello, immigrato dalla Sicilia alla fine degli anni ’60, ricorda:”A poco a poco aa Milano è arrivato molto cibo tradizionale del sud. Però la pianta del tenerume – una varietà di zucca, le cui foglie sono indispensabili per il minestrone siciliano – non si trova neanche oggi.“. Così lui ha dovuto importare i semi. E oggi questa verdura, e tanti altri ortaggi, li coltiva negli orti dell’Associazione insieme ad altri volontari, milanesi e non, che hanno imparato ad apprezzarla.

Giuseppe Zen, nel suo breve intervento che introduceva la conclusione gioiosamente “culinaria” dell’incontro, da lui diretta: “Dovremmo fare più attenzione a quello che ingeriamo piuttosto che a ciò che mettiamo sul nostro corpo!”
Al termine degli interventi si è avviata l’animata fabbricazione
delle fettuccine al triplo burro imperiale,
la cui degustazione ha costituito la gioiosa conclusione dell’incontro.
Ecco infine il programma completo degli incontri “Mangiare bene e sostenibilità in città”